Archeo Chef, Filosofo dei sapori
La cucina, la sua cucina è fatta di decine di prodotti e centinaia di sapori e profumi.
Attraverso la conoscenza delle tradizioni, dei prodotti, delle cucine aromatizzate le spezie, profumate di erbe si raccontano i percorsi dell’uomo della sua storia, della vita.
La Basilicata nei secoli ad ogni mercato di sapori ha rubato le essenze e le ha fatte proprie, coltivate e trasferite in cucina, da millenni!
Sapienti mani di abili cuochi e cuoche hanno saputo assemblare i prodotti, custoditi in piccoli segreti e tramandati da madre in figlia, da nonne a nipoti, per tradizione e convinzione.
Ricette non scritte hanno incuriosito la mente ed il palato, sviluppato l’immaginazione e la fantasia, moltiplicato i colori e le geometrie dei piatti e della loro preparazione.
La tradizione orale ha permesso di arricchire la ricetta ogni volta con qualcosa di nuovo; ad ogni racconto, ad ogni preparazione si aggiunge o si toglie un ingrediente, un essenza, rendendo il piatto originale, unico, irripetibile.
La ricetta sprigiona emozioni diverse ogni qualvolta la si prepara, non è mai uguale a quella precedente, c’è sempre una sfumatura, una spezia, un olio che la rende diversa.
Ecco perché la parola tipico si arricchisce dell’altro aggettivo, topico, sinonimo di territorio, ambiente, luogo di origine.
Tutto può diventare tipico, essere tipico.
La tipica ricetta di una regione diventa ricetta di tutte le regioni, è simile ad altre. E’ il prodotto che crea sfumature, che rende il piatto diverso, non uguale, quindi non omogeneizzabile di sapore e di gusto.
Dal 1981 che persegue questa sua ricerca in una terra bellissima ma che vive fuori dai grandi segmenti del turismo tradizionale.
Attraverso il mondo del cibo ha scoperto la sensibilità e la cultura dei lucani, le parole solidarietà, sussidiarietà, non erano slogan vuoti ma pieni di cultura e di passione.
Ha iniziato a “leggere” attraverso le tradizioni orali il cibo della gente, l’ha conosciuta più a fondo, l’ha riletta e si è calata nei panni della Lucanità, quella vera, laboriosa, orgogliosa, senza sudditanze, che rifugge dagli stereotipi della Lucania piagnona e fatalista.
Ha fatto sua la Basilicata intellettuale, borghese, tra tanti quella di Albino Pierri e di Rocco Scotellaro, quella dei Doria e delle Carafa, quelli che dettavano i ritmi e le usanze alla terra e la facevano propria.
La Basilicata nata dalla Magna Grecia che ha raccolto le idee e le usanze portate degli arabi, degli ebrei, dai normanni, dagli angioini, dai valdesi, dagli spagnoli, da tanti popoli del mondo che ci hanno visitato diventando crocevia della grande cultura mediterranea.
Sfuggendo e cercando di combattere a difesa dei propri luoghi e della propria cultura, il provincialismo.
Quel provincialismo gretto, senza cuore che ci ha rubato l’economia, l’anima e la cultura.